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San Casciano Val Di Pesa: l’arte e il paesaggio

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Castello di Gabbiano - photo credits www.castellogabbiano.it

Castello di Gabbiano – photo credits www.castellogabbiano.it

San Casciano Val Di Pesa è un borgo d’impronta medievale sorto lungo il tracciato della via Cassia, e si raggiungono facilmente le mete turistiche più note (Firenze, Siena, San Gimignano e Volterra). Sono molte le attrazioni soprattutto artistiche che San Casciano conserva, sia dentro che fuori le mura.

Situato tra le colline del Chianti, nella sottozona Classico, il comune di San Casciano Val di Pesa merita senza dubbio una visita. Le mura medievali della città, le suggestive collezioni di arte sacra contenute al Museo Nuovo, le pievi di epoca romanica e i castelli dei sobborghi limitrofi continuano ad affascinare turisti e viaggiatori di ogni luogo e di ogni età. Da non mancare, inoltre, una degustazione del celebre vino, dell’olio extravergine d’oliva e delle tipiche specialità gastronomiche della Toscana.

Il centro storico di San Casciano presenta un’interessante cinta muraria, costruita a partire dal 1355 e in gran parte ancora in piedi. Delle quattro porte originarie restano oggi Porta del Prato, nota anche come la Porticciola, che fu ricostruita dopo i danni riportati nel corso della Seconda Guerra Mondiale, e uno dei torrioni di Porta Senese. Delle antiche mura, originariamente di forma esagonale e della lunghezza di circa 1200 metri, il lato che si estende lungo la zona di piazza Mercato è quello che maggiormente si è preservato.

Una visita alla città non può non includere, inoltre, il Museo Nuovo di San Casciano, inaugurato nel 2009 all’interno della Chiesa di Santa Maria del Gesù, che già dal 1989 ospitava il Museo di Arte Sacra. L’allestimento del museo fu concepito all’insegna del rispetto della sacralità del luogo, dove ancora oggi, seppur saltuariamente, viene officiato il culto. Sugli altari furono infatti lasciate le opere appositamente concepite, una Crocifissione del XVII Secolo e una copia della Pala Pucci del Pontormo.

La collezione comprende una sezione una sezione d’arte sacra, sviluppata al pianterreno tra la sagrestia e la chiesa, una sezione archeologica, al piano superiore, e una sezione dedicata alle abitazioni primitive. Nella prima sono raccolti dipinti, sculture, arredi e paramenti sacri una volta sparsi nelle chiese e nelle pievi del Vicariato di San Casciano. Tra le opere principali vanno menzionate una Madonna col Bambino di Ambrogio Lorenzetti, del 1319, il Fusto Scolpito del Maestro di Cabestany, una Incoronazione della Vergine dipinta da Neri di Bicci verso la fine del XV Secolo, un Crocifisso in legno del XIV Secolo e una Madonna col Bambino del 1341, in marmo policromo, attribuita a Gino Micheli.

Nella sezione archeologica, tra i reperti precedentemente custoditi al Museo Archeologico di Firenze, spicca la famosa Stele dell’Arciere. La stele faceva parte di una tomba di epoca etrusca, nota appunto come Tomba dell’Arciere, rinvenuta a San Casciano in località San Colombano a Bibbione. La lapide doveva misurare originariamente quasi quattro metri per circa 25 centimetri di spessore, e la parte che è stata ritrovata presenta un bassorilievo raffigurante le gambe di un uomo e l’estremità inferiore di un arco. Doveva quindi trattarsi, probabilmente, di un soldato o di un cacciatore pronto a scoccare una freccia.

Il museo è aperto il lunedì e il giovedì dalle 10 alle 13, e dal venerdì alla domenica, secondo l’orario estivo (dal 1 aprile al 31 ottobre), dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19. Da novembre a marzo l’apertura pomeridiana è dalle 15 alle 18. Il prezzo del biglietto è di 5€, con riduzione a 3€ per gruppi, anziani e minori di 12 anni.

Dopo l’immancabile tappa al museo, dall’alto della Torre del Chianti si può godere di un’incantevole vista sui territori chiantigiani, sulle colline di Siena e di Firenze, sui borghi pisani e pistoiesi, e nelle giornate particolarmente limpide anche sul mare. La torre, di forma cilindrica e alta circa 33 metri, funge da deposito dell’acqua ma è nota soprattutto per la sua terrazza panoramica.

Il costo del biglietto è di due euro, mentre con un biglietto speciale da cinque euro si può visitare. oltre alla torre, anche il Museo di San Casciano. L’orario estivo (dal 1 aprile al 31 ottobre) consente visite su prenotazione, il lunedì e il venerdì dalle 10 alle 12:30, e il sabato e la domenica dalle 10 alle 12:30 e dalle 16 alle 19.

Al di fuori del centro storico sorgono alcune tra le architetture religiose più interessanti, come la Pieve di San Pancrazio e la Pieve di Santo Stefano a Campoli, di epoca romanica, e la Pieve di Santa Cecilia a Decimo, con ogni probabilità la più antica della zona, la cui esistenza è documentata già da prima del 774.

I Castelli nei dintorni di San Casciano e la casa di Machiavelli

Le vere attrazioni dell’area, però, sono i castelli nel cuore del Chianti. Nei dintorni di San Casciano Val di Pesa si trovano infatti i castelli di Bibbione, di Gabbiano, di Pergolato e di Montefiridolfi, oltre al castello Il Palagio. Le tenute, di epoca medievale, sono oggi quasi tutte adibite ad alberghi o agriturismo, ospitano eventi e ricevimenti, cantine e vigneti.

Il Castello di Bibbione, edificato dai Cadolingi di Montecascioli prima del Mille, appartenne dal XII Secolo ai Buondelmonti, per poi essere acquisito nel Cinquecento dalla famiglia Machiavelli come riserva di caccia, Appartiene tuttora alla famiglia Rangoni Machiavelli, che ne ha curato il restauro nel 1985. All’interno della tenuta si trovano dei casali adibiti ad agriturismo, un centro benessere e una fattoria di circa cento ettari con vigneti e oliveti.

Il Castello di Gabbiano appartenne tra il XII e il XVI Secolo a due importanti famiglie fiorentine, quella dei Bardi prima e quella dei Soderini poi. Quando questi ultimi furono costretti a lasciare Firenze in seguito ai dissidi con i Medici il complesso rimase a lungo abbandonato, per poi risorgere a nuova vita nel Seicento, col ritorno della stessa famiglia. Oggi è possibile soggiornare negli ambienti del castello, o in un podere cinquecentesco poco distante. Il Castello di Gabbiano inoltre si distingue per la produzione vinicola (Chianti classico, Sangiovese, Merlot).

Il Castello di Pergolato, appartenuto come quello di Bibbione alla famiglia Buondelmonti (che possedeva anche i castelli di Montefiridolfi e di Fabbrica, tutti riuniti in un unico complesso a difesa del territorio di San Casciano), fu trasformato nel corso del XVI Secolo in una villa rinascimentale, prima di subire numerosi cambi di proprietà. Oggi può ospitare 15-20 persone e dispone di una piscina e di un ampio parco.

Il Castello di Montefiridolfi, a cui si accede da un caratteristico viale di cipressi, apparteneva ai Buondelmonti già dal 1015. Nel XV Secolo fu utilizzato come deposito di munizioni, e successivamente fu trasformato in una villa con fattoria. All’interno sono presenti due cortili, in ognuno dei quali è situato un pozzo artesiano.

Il Castello Il Palagio, in località Mercatale, appartenne alla famiglia Canigiani fino alla fine del Seicento, quando venne ceduto alla famiglia Baroni Miniati e trasformato in una villa. Oggi si presenta in forma neo-medievale, grazie ai restauri realizzati a partire dal 1910 dall’architetto aretino Giuseppe Castellucci. Oggi il castello è una fattoria specializzata nella produzione di vino e olio extravergine d’oliva, e dispone di spazi per l’organizzazione di matrimoni, ricevimenti e feste a tema.

Una volta terminato l’itinerario tra i castelli, un altro luogo di particolare interesse storico è Casa Machiavelli, meglio nota come l’Albergaccio, in località Sant’Andrea in Percussina. In questa villa, appartenente alla sua famiglia, lo scrittore si rifugiò nel 1512, quando fu esiliato da Firenze dopo il ritorno dei Medici. Qui fu concepita la sua opera forse più significativa, ‘Il Principe’.

La dimora è visitabile su prenotazione dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 12. Oltre agli ambienti della casa, è possibile visitare la cantina e accedere all’Osteria dell’Albergaccio, descritta da Machiavelli in una delle sue celebri lettere all’amico Francesco Vettori.

Tra scienza e storia: l’Osservatorio e il cimitero americano

Merita inoltre una visita l’Osservatorio Torre Luciana, in località Mercatale. L’antico edificio, probabilmente di epoca longobarda, fu nel Medioevo la residenza estiva della famiglia dei Bardi. Dopo essere passato alla famiglia Pitti e aver subito numerose opere di restauro è oggi la sede di un osservatorio astronomico, che organizza attività di divulgazione allo scopo di avvicinare i visitatori al mondo dell’astronomia. Oltre alle serate per astrofili e addetti al lavoro, infatti, sono previsti appuntamenti aperti al pubblico, in cui gli esperti tengono lezioni teoriche e accompagnano gli ospiti all’osservazione delle stelle attraverso il telescopio.

Da segnalare, infine, il cimitero americano di Falciani, dove sono sepolti i soldati statunitensi caduti in Italia nel 1945 per liberare la penisola dal nazi-fascismo. Il cimitero, che sorge su un’area – donata gratuitamente agli USA – compresa tra i comuni di Impruneta e San Casciano Val di Pesa, fu costruito tra il 1949 e il 1959, e inaugurato nel 1961. Nell’area, di circa 28 ettari, riposano le spoglie di 4402 soldati: quelli di religione cristiana sono rappresentati da una croce latina, quelli di religione ebraica da una stella di David. È presente inoltre un immenso memoriale dedicato ai soldati dispersi di cui non sono mai state ritrovate le spoglie. Il monumento è composto da una stele e da due atri collegati da un muro, su cui sono poste le lastre con le incisioni di nome, grado e città di origine di altri 1409 caduti di guerra.

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